Siamo arrivati all’ultimo giorno
e il nostro percorso si conclude alla Casa del Quartiere di San Salvario. Gli
ex bagni pubblici rappresentano oggi un vivace luogo di aggregazione per gli
abitanti del quartiere. Quest’ultimo incontro è un momento importante, forse il
più importante, perché da un lato serve a tirare le somme di tutto quello che è
avvenuto durante la settimana (gli aspetti positivi e quelli meno) e dall’altro
vuole essere l'occasione per tracciare nuovi possibili scenari futuri. È uno
degli obiettivi lanciati all’inizio della Summer School, provare a tessere una
rete di relazioni che sopravviva a queste poche giornate. Un network che possa
essere la base per nuovi progetti e collaborazioni.
Introduce la giornata Valentina Porcellana che, partendo da alcune riflessioni autobiografiche e dal progetto «Montagne in movimento», Premio SIAA 2021, fornisce importanti spunti su antropologia applicata e welfare. La sua esperienza è un esempio di quanto possa essere fecondo il rapporto tra antropologia e istituzioni.
Siamo in conclusione ma, prima di condividere l’ultimo pranzo insieme, è stata richiesta ai partecipanti una restituzione della loro esperienza. Abbiamo chiesto di farlo partendo da alcune parole chiave. Lo specchio (in quali attività si sono maggiormente riconosciuti), la valigia (cosa portano a casa), il comodino (su cosa devono riflettere ulteriormente), il cestino (cosa non è piaciuto), il messaggio nella bottiglia (riflessioni per la prossima edizione della Summer School SIAA).
Con il pranzo alla Casa del
Quartiere si conclude questo lungo percorso attraverso luoghi e progetti urbani.
L’impressione è quella di una generale soddisfazione. Qualcosa si potrà
certamente migliorare ma, essendo la prima edizione, va bene così. Ci si saluta
con un po’ di nostalgia consapevoli che non è un addio ma un semplice
arrivederci.