domenica 10 dicembre 2023

Primo giorno, pomeriggio. Promuovere la salute nella comunità

Nel pomeriggio del primo giorno di attività ci siamo spostati in un'altra zona della città, il quartiere di San Salvario. Qui ci siamo ritrovati negli spazi del Polo culturale Lombroso 16, un luogo ricco di attività e iniziative a favore della cittadinanza.

Il tema della sessione pomeridiana ha inteso riflettere su come il sapere e le pratiche antropologiche possano dialogare e integrarsi con altre discipline in una struttura che si occupa di salute pubblica. L'attività, con un approccio dialogico e partecipativo, è stata condotta da Lucia Portis, antropologa con una ricca esperienza di lavoro in questo settore, insieme a Renata Gili, medico igienista e di sanità pubblica, e Rachele Rocco, infermiera epidemiologa, entrambe professioniste della Struttura Complessa Emergenze infettive, prevenzione e promozione della salute, ASL della Città di Torino. L'intervento di Gili e Rocco ha avuto l’intento di raccontate il lavoro interdisciplinare e la connessione tra ricerca quantitativa e qualitativa nella messa in pratica del Piano di prevenzione dell’ASL città di Torino.

Nella seconda parte del pomeriggio sono stati formati tre gruppi, ognuno di quali si è occupato di un’azione del piano provando a strutturare un programma di attività: Programma 2 “Comunità attive” - diffusione dei gruppi di cammino; Programma 5 “Sicurezza nei luoghi di vita” - Prevenzione delle cadute in ambiente domestico degli anziani; Programma 11 “Primi mille giorni di vita” - Istituzione di un tavolo intersettoriale. Al termine sono stati condivise e commentate le programmazioni individuate.



Per un approfondimento sui vari temi e metodi discussi nel corso di questa attività, invitiamo a fare riferimento all'articolo "Negoziazioni, dilemmi, opportunità fra antropologia e promozione della salute" che Lucia Portis ha pubblicato sulla rivista delle SIAA "Antropologia pubblica", all'interno di un focus tematico curato da Federica Tarabusi e intitolato "Senso condiviso: sapere antropologico e altre expertise professionali". 

A sintesi della giornata, riportiamo qui le significative parole con cui Lucia Portis conclude questo suo contributo:

"C’è bisogno di esplorare, di comprendere, di riflettere per provare a promuovere la salute senza dimenticare che siamo dentro un paradosso: in una realtà sociale pervasa dal neoliberismo che spinge verso la responsabilità individuale e senza politiche inclusive e risorse economiche, gli operatori sanitari si sentono soli e sono consapevoli del rischio di medicalizzazione dei comportamenti umani. Abbiamo tutti la sensazione di apparire come piccoli don Chisciotte che combattono contro i mulini a vento pensando che siano giganti. Questa sensazione di impotenza non ha possibilità di superamento senza strategie politiche e costruzione di sinergie con altri soggetti pubblici e privati. L’inserimento del pensiero antropologico può far emergere criticità e paradossi all’interno delle pratiche e la necessità della ricerca all’interno di qualsiasi azione".